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28 Marzo - 4 Aprile 2010

9a SETTIMANA MONDIALE della Diffusione in Rete Internet nel MONDO de

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IL santo di OGGI

28 agosto

S. AGOSTINO

Dal Sito Internet

http://www.santiebeati.it/dettaglio/24250

Sant' Agostino Vescovo e dottore della Chiesa

Tagaste (Numidia), 13 novembre 354 – Ippona (Africa), 28 agosto 430

Sant'Agostino nasce in Africa a Tagaste, nella Numidia - attualmente Souk-Ahras in Algeria - il 13 novembre 354 da una famiglia di piccoli proprietari terrieri. Dalla madre riceve un'educazione cristiana, ma dopo aver letto l'Ortensio di Cicerone abbraccia la filosofia aderendo al manicheismo. Risale al 387 il viaggio a Milano, città in cui conosce sant'Ambrogio. L'incontro si rivela importante per il cammino di fede di Agostino: è da Ambrogio che riceve il battesimo. Successivamente ritorna in Africa con il desiderio di creare una comunità di monaci; dopo la morte della madre si reca a Ippona, dove viene ordinato sacerdote e vescovo. Le sue opere teologiche, mistiche, filosofiche e polemiche - quest'ultime riflettono l'intensa lotta che Agostino intraprende contro le eresie, a cui dedica parte della sua vita - sono tutt'ora studiate. Agostino per il suo pensiero, racchiuso in testi come "Confessioni" o "Città di Dio", ha meritato il titolo di Dottore della Chiesa. Mentre Ippona è assediata dai Vandali, nel 429 il santo si ammala gravemente. Muore il 28 agosto del 430 all'età di 76 anni. (Avvenire)

Etimologia: Agostino = piccolo venerabile, dal latino

Emblema: Bastone pastorale, Libro, Cuore di fuoco

Martirologio Romano: Memoria di sant’Agostino, vescovo e insigne dottore della Chiesa: convertito alla fede cattolica dopo una adolescenza inquieta nei princípi e nei costumi, fu battezzato a Milano da sant’Ambrogio e, tornato in patria, condusse con alcuni amici vita ascetica, dedita a Dio e allo studio delle Scritture. Eletto poi vescovo di Ippona in Africa, nell’odierna Algeria, fu per trentaquattro anni maestro del suo gregge, che istruì con sermoni e numerosi scritti, con i quali combatté anche strenuamente contro gli errori del suo tempo o espose con sapienza la retta fede.

Agostino è uno degli autori di testi teologici, mistici, filosofici, esegetici, ancora oggi molto studiato e citato; egli è uno dei Dottori della Chiesa come ponte fra l’Africa e l’Europa; il suo libro le "Confessioni" è ancora oggi ricercato, ristampato, letto e meditato.

"Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato. Ed ecco che tu stavi dentro di me e io ero fuori e là ti cercavo…. Ti ho gustato e ora ho fame e sete di te. Mi hai toccato e ora ardo dal desiderio di conseguire la tua pace"; così scrive Agostino Aurelio nelle "Confessioni", perché la sua vita fu proprio così in due fasi: prima l’ansia inquieta di chi, cercando la strada, commette molti errori; poi imbroccata la via, sente il desiderio ardente di arrivare alla meta per abbracciare l’amato.

Agostino Aurelio nacque a Tagaste nella Numidia in Africa il 13 novembre 354 da una famiglia di classe media, di piccoli proprietari terrieri, il padre Patrizio era pagano, mentre la madre Monica, che aveva avuto tre figli, dei quali Agostino era il primogenito, era invece cristiana; fu lei a dargli un’educazione religiosa ma senza battezzarlo, come si usava allora, volendo attendere l’età matura.

Ebbe un’infanzia molto vivace, ma non certamente piena di peccati, come farebbe pensare una sua frase scritta nelle "Confessioni" dove si dichiara gran peccatore fin da piccolo. I peccati veri cominciarono più tardi; dopo i primi studi a Tagaste e poi nella vicina Madaura, si recò a Cartagine nel 371, con l’aiuto di un facoltoso signore del luogo di nome Romaniano; Agostino aveva 16 anni e viveva la sua adolescenza in modo molto vivace ed esuberante e mentre frequentava la scuola di un retore, cominciò a convivere con una ragazza cartaginese, che gli diede nel 372, anche un figlio, Adeodato.

Questa relazione sembra che sia durata 14 anni, quando nacque inaspettato il figlio; Agostino fu costretto, come si suol dire, a darsi una regolata, riportando la sua condotta inconcludente e dispersiva, su una più retta strada, ed a concentrarsi negli studi, per i quali si trovava a Cartagine.

Le lagrime della madre Monica, cominciavano ad avere un effetto positivo; fu in quegli anni che maturò la sua prima vocazione di filosofo, grazie alla lettura di un libro di Cicerone, l’"Ortensio" che l’aveva particolarmente colpito, perché l’autore latino affermava, come soltanto la filosofia aiutasse la volontà ad allontanarsi dal male e ad esercitare la virtù.

Purtroppo la lettura della Sacra Scrittura non diceva niente alla sua mente razionalistica e la religione professata dalla madre gli sembrava ora "una superstizione puerile", quindi cercò la verità nel manicheismo.

Il Manicheismo era una religione orientale fondata nel III secolo d.C. da Mani, che fondeva elementi del cristianesimo e della religione di Zoroastro, suo principio fondamentale era il dualismo, cioè l’opposizione continua di due principi egualmente divini, uno buono e uno cattivo, che dominano il mondo e anche l’animo dell’uomo.

Ultimati gli studi, tornò nel 374 a Tagaste, dove con l’aiuto del suo benefattore Romaniano, aprì una scuola di grammatica e retorica, e fu anche ospitato nella sua casa con tutta la famiglia, perché la madre Monica aveva preferito separarsi da Agostino, non condividendo le sue scelte religiose; solo più tardi lo riammise nella sua casa, avendo avuto un sogno premonitore, sul suo ritorno alla fede cristiana.

Dopo due anni nel 376, decise di lasciare il piccolo paese di Tagaste e ritornare a Cartagine e sempre con l’aiuto dell’amico Romaniano, che egli aveva convertito al manicheismo, aprì anche qui una scuola, dove insegnò per sette anni, purtroppo con alunni poco disciplinati.

Agostino però tra i manichei non trovò mai la risposta certa al suo desiderio di verità e dopo un incontro con un loro vescovo, Fausto, avvenuto nel 382 a Cartagine, che avrebbe dovuto fugare ogni dubbio, ne uscì non convinto e quindi prese ad allontanarsi dal manicheismo.

Desideroso di nuove esperienze e stanco dell’indisciplina degli alunni cartaginesi, Agostino resistendo alle preghiere dell’amata madre, che voleva trattenerlo in Africa, decise di trasferirsi a Roma, capitale dell’impero, con tutta la famiglia.

A Roma, con l’aiuto dei manichei, aprì una scuola, ma non fu a suo agio, gli studenti romani, furbescamente, dopo aver ascoltate con attenzione le sue lezioni, sparivano al momento di pagare il pattuito compenso.

Subì una malattia gravissima che lo condusse quasi alla morte, nel contempo poté constatare che i manichei romani, se in pubblico ostentavano una condotta irreprensibile e casta, nel privato vivevano da dissoluti; disgustato se ne allontanò per sempre.

Nel 384 riuscì ad ottenere, con l’appoggio del prefetto di Roma, Quinto Aurelio Simmaco, la cattedra vacante di retorica a Milano, dove si trasferì, raggiunto nel 385, inaspettatamente dalla madre Monica, la quale conscia del travaglio interiore del figlio, gli fu accanto con la preghiera e con le lagrime, senza imporgli nulla, ma bensì come un angelo protettore.

E Milano fu la tappa decisiva della sua conversazione; qui ebbe l’opportunità di ascoltare i sermoni di s. Ambrogio che teneva regolarmente in cattedrale, ma se le sue parole si scolpivano nel cuore di Agostino, fu la frequentazione con un anziano sacerdote, san Simpliciano, che aveva preparato s. Ambrogio all’episcopato, a dargli l’ispirazione giusta; il quale con fine intuito lo indirizzò a leggere i neoplatonici, perché i loro scritti suggerivano "in tutti i modi l’idea di Dio e del suo Verbo".

Un successivo incontro con s. Ambrogio, procuratogli dalla madre, segnò un altro passo verso il battesimo; fu convinto da Monica a seguire il consiglio dell’apostolo Paolo, sulla castità perfetta, che lo convinse pure a lasciare la moglie, la quale secondo la legge romana, essendo di classe inferiore, era praticamente una concubina, rimandandola in Africa e tenendo presso di sé il figlio Adeodato (ci riesce difficile ai nostri tempi comprendere questi atteggiamenti, così usuali per allora).

A casa di un amico Ponticiano, questi gli aveva parlato della vita casta dei monaci e di s. Antonio abate, dandogli anche il libro delle Lettere di S. Paolo; ritornato a casa sua, Agostino disorientato si appartò nel giardino, dando sfogo ad un pianto angosciato e mentre piangeva, avvertì una voce che gli diceva "Tolle, lege, tolle, lege" (prendi e leggi), per cui aprì a caso il libro delle Lettere di S. Paolo e lesse un brano: "Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità e licenze, non in contese e gelosie. Rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri" (Rom. 13, 13-14).

Dopo qualche settimana ancora d’insegnamento di retorica, Agostino lasciò tutto, ritirandosi insieme alla madre, il figlio ed alcuni amici, ad una trentina di km. da Milano, a Cassiciaco, in meditazione e in conversazioni filosofiche e spirituali; volle sempre presente la madre, perché partecipasse con le sue parole sapienti.

Nella Quaresima del 386 ritornarono a Milano per una preparazione specifica al Battesimo, che Agostino, il figlio Adeodato e l’amico Alipio ricevettero nella notte del sabato santo, dalle mani di s. Ambrogio.

Intenzionato a creare una Comunità di monaci in Africa, decise di ritornare nella sua patria e nell’attesa della nave, la madre Monica improvvisamente si ammalò di una febbre maligna (forse malaria) e il 27 agosto del 387 morì a 56 anni. Il suo corpo trasferito a Roma si venera nella chiesa di S. Agostino, essa è considerata il modello e la patrona delle madri cristiane.

Dopo qualche mese trascorso a Roma per approfondire la sua conoscenza sui monasteri e le tradizioni della Chiesa, nel 388 ritornò a Tagaste, dove vendette i suoi pochi beni, distribuendone il ricavato ai poveri e ritiratosi con alcuni amici e discepoli, fondò una piccola comunità, dove i beni erano in comune proprietà.

Ma dopo un po’ l’affollarsi continuo dei concittadini, per chiedere consigli ed aiuti, disturbava il dovuto raccoglimento, fu necessario trovare un altro posto e Agostino lo cercò presso Ippona.

Trovatosi per caso nella basilica locale, in cui il vescovo Valerio, stava proponendo ai fedeli di consacrare un sacerdote che potesse aiutarlo, specie nella predicazione; accortasi della sua presenza, i fedeli presero a gridare: "Agostino prete!" allora si dava molto valore alla volontà del popolo, considerata volontà di Dio e nonostante che cercasse di rifiutare, perché non era questa la strada voluta, Agostino fu costretto ad accettare.

La città di Ippona ci guadagnò molto, la sua opera fu fecondissima, per prima cosa chiese al vescovo di trasferire il suo monastero ad Ippona, per continuare la sua scelta di vita, che in seguito divenne un seminario fonte di preti e vescovi africani.

L’iniziativa agostiniana gettava le basi del rinnovamento dei costumi del clero, egli pensava: "Il sacerdozio è cosa tanto grande che appena un buon monaco, può darci un buon chierico". Scrisse anche una Regola, che poi nel IX secolo venne adottata dalla Comunità dei Canonici Regolari o Agostiniani.

Il vescovo Valerio nel timore che Agostino venisse spostato in altra sede, convinse il popolo e il primate della Numidia, Megalio di Calama, a consacrarlo vescovo coadiutore di Ippona; nel 397 morto Valerio, egli gli successe come titolare.

Dovette lasciare il monastero e intraprendere la sua intensa attività di pastore di anime, che svolse egregiamente, tanto che la sua fama di vescovo illuminato si diffuse in tutte le Chiese Africane.

Nel contempo scriveva le sue opere che abbracciano tutto il sapere ideologico e sono numerose, vanno dalle filosofiche alle apologetiche, dalle dogmatiche alle morali e pastorali, dalle bibliche alle polemiche. Queste ultime riflettono l’intensa e ardente battaglia che Agostino intraprese contro le eresie che funestavano l’unità della Chiesa in quei tempi: Il Manicheismo che conosceva bene, il Donatismo sorto ad opera del vescovo Donato e il Pelagianesimo propugnato dal monaco bretone Pelagio.

Egli fu maestro indiscusso nel confutare queste eresie e i vari movimenti che ad esse si rifacevano; i suoi interventi non solo illuminarono i pastori di anime dell’epoca, ma determinarono anche per il futuro, l’orientamento della teologia cattolica in questo campo. La sua dottrina e teologia è così vasta che pur volendo solo accennarla, occorrerebbe il doppio dello spazio concesso a questa scheda, per forza sintetica; il suo pensiero per millenni ormai è oggetto di studio per la formazione cristiana, le tante sue opere, dalle "Confessioni" fino alla "Città di Dio", gli hanno meritato il titolo di Dottore della Chiesa.

Nel 429 si ammalò gravemente, mentre Ippona era assediata da tre mesi dai Vandali comandati da Genserico († 477), dopo che avevano portato morte e distruzione dovunque; il santo vescovo ebbe l’impressione della prossima fine del mondo; morì il 28 agosto del 430 a 76 anni. Il suo corpo sottratto ai Vandali durante l’incendio e distruzione di Ippona, venne trasportato poi a Cagliari dal vescovo Fulgenzio di Ruspe, verso il 508-517 ca., insieme alle reliquie di altri vescovi africani.

Verso il 725 il suo corpo fu di nuovo traslato a Pavia, nella Chiesa di S. Pietro in Ciel d’Oro, non lontano dai luoghi della sua conversione, ad opera del pio re longobardo Liutprando († 744), che l’aveva riscattato dai saraceni della Sardegna.

Autore: Antonio Borrelli

 

IL VANGELO SECONDO MATTEO

27 Agosto S. Monica - Vangelo MT 24, 42-51

27 Agosto S. Monica - Vangelo MT 25, 1-13

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VANGELI SECONDO

MATTEO

NOVA VULGATA

SECUNDUM MATTHAEUM

Mt

MATTEO

Nessuno conosce il giorno

e l’ora; state pronti

Mc 13,32; Lc 17,26-27;34-35; 12,39-40

24,35

Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

Quando a quel giorno e a quell’ora, però, nessuno lo sa, neanche agli angeli del cielo e neppure il FIGLIO, ma solo il PADRE.

Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta

del FIGLIO dell’Uomo.

Infatti, come nei giorni che precedettero il

diluvio mangiavano e bevevano, prendevano

moglie e marito, fino a quando

Noè entrò nell’arca,

e non si accorsero di nulla finchè venne il diluvio e inghiotti tutti, così sarà anche alla venuta

del FIGLIO dell’Uomo.

Allora due uomini saranno nel campo:

MATTEO

uno sarà preso e l’altro lasciato.

Due donne macineranno alla mola: una sarà

presa e l’alta lasciata.

Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il SIGNORE vostro verrà.

Questo considerate: se il padrone di casa

sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa.

Perciò anche voi state pronti, perché

nell’ora che non immaginate,

il FIGLIO dell’Uomo verrà.

Parabola del maggiordomo

Lc 12,42-46

24,45

Qual è dunque il servo fidato e prudente che

il padrone ha preposto ai suoi domestici con l’incarico di dar loro il cibo al tempo dovuto? Beato quel servo che il padrone al suo ritorno

troverà ad agire così!

In verità vi dico: gli affiderà l’amministrazione di tutti i suoi beni.

Ma se questo servo malvagio dicesse in cuor suo: Il mio padrone tarda a venire,

e cominciasse a percuotere i suoi compagni

e a bere e a mangiare con gli ubriaconi,

arriverà il padrone quando il servo non se

l’aspetta e nell’ora che non sa,

lo punirà con rigore e gli infliggerà la sorte che gli ipocriti si meritano:

e là sarà pianto e stridore di denti.

MATTEO

Parabola delle dieci vergini

25,1

Il regno dei cieli è simile a dieci

vergini, che prese le loro lampade,

uscirono incontro allo sposo.

Cinque di esse erano stolte e cinque

sagge;

le stolte presero le lampade, ma non

presero con sé l’olio;

Le sagge invece, insieme alle lampade, presero

anche dell’olio in piccoli vasi.

Poiché lo poso tardava, si assopirono

MATTEO

tutte e dormirono.

A mezzanotte si levò un grido:

Ecco lo sposo, andategli incontro!

Allora tutte quelle vergini si destarono

e prepararono le loro lampade.

E le stolte dissero alle sagge:

Dateci del vostro olio,

perché le nostre lampade si spengono.

Ma le sagge risposero:

No, che non abbia a mancare per noi e

per voi; andate piuttosto dai rivenditori e

compratevene.

Ora, mentre quelle andavano per comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte

entrarono con lui alle nozze,

e la porta fu chiusa.

Più tardi arrivarono anche

le altre vergini e incominciarono a dire:

Signore, signore, aprici!

Ma egli rispose:

In verità vi dico: non vi conosco.

Vegliate dunque, perché non sapete

né il giorno né l’ora.

MATTHAEUM

 

 

 

 

 

35 Caelum et terra transibunt, verba vero mea

non praeteribunt.

36 De die autem illa et hora

nemo scit, neque angeli caelorum neque

Filius, nisi Pater solus.

37 Sicut enim dies Noe, ita erit adventus

Filii hominis.

38 Sicut enim erant in diebus ante

diluvium comedentes et bibentes, nubentes

et nuptum tradentes, usque ad eum diem, quo

introivit in arcam Noe,

39 et non cognoverunt, donec venit diluvium

et tulit omnes, ita erit et adventus

Filii hominis.

40 Tunc duo erunt in agro:

 

MATTHAEUM

unus assumitur, et unus relinquitur;

41 duae molentes in mola: una assumitur,

et una relinquitur.

42 Vigilate ergo, quia nescitis qua

die Dominus vester venturus sit.

43 Illud autem scitote quoniam si sciret pater

familias qua hora fur venturus esset,

vigilaret utique et non sineret perfodi

domum suam.

44 Ideo et vos estote parati, quia,

qua nescitis hora,

Filius hominis venturus est.

 

 

 

 

 

45 Quis putas est fidelis servus et prudens, quem constituit dominus supra familiam suam,

ut det illis cibum in tempore?

46 Beatus ille servus, quem cum venerit dominus eius, invenerit sic facientem.

47 Amen dico vobis quoniam

super omnia bona sua constituet eum.

48 Si autem dixerit malus servus ille in corde suo:: Moram facit dominus meus venire",

49 et coeperit percutere conservos suos,

manducet autem et bibat cum ebriis,

50 veniet dominus servi illius in die, qua non

sperat, et in hora, qua ignorat,

51 et dividet eum partemque eius ponet cum

hypocritis; illic erit fletus et stridor dentium.

 

 

 

25

1 Tunc simile erit regnum cae lorum decem

virginibus, quae accipientes lampades suas

exierunt obviam sponso.

2 Quinque autem ex eis erant fatuae, et quinque prudentes.

3 Fatuae enim, acceptis lampadibus suis, non

sumpserunt oleum secum;

4 prudentes vero acceperunt

oleum in vasis cum lampadibus suis.

5 Moram autem faciente sponso, dormitaverunt

 

MATTHAEUM

omnes et dormierunt.

6 Media autem nocte clamor factus est: :

Ecce sponsus! Exite obviam ei".

7 Tunc surrexerunt omnes virgines illae et

ornaverunt lampades suas.

8 Fatuae autem sapientibus dixerunt: :

Date nobis de oleo vestro,

quia lampades nostrae exstinguuntur".

9 Responderunt prudentes dicentes: :

Ne forte non sufficiat nobis et

vobis, ite potius ad vendentes et

emite vobis".

10 Dum autem irent emere,

venit sponsus, et quae paratae erant,

intraverunt cum eo ad nuptias;

et clausa est ianua.

11 Novissime autem veniunt et reliquae virgines dicentes: :

Domine, domine, aperi nobis".

12 At ille respondens ait: :

Amen dico vobis: Nescio vos".

13 Vigilate itaque, quia

nescitis diem neque horam.

 

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Italian - English

THE NEW AMERICAN BIBLE

MATTHEW

THE GOSPELS Mt

MATTEO

Nessuno conosce il giorno

e l’ora; state pronti

Mc 13,32; Lc 17,26-27;34-35; 12,39-40

24,35

Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

Quando a quel giorno e a quell’ora, però, nessuno lo sa, neanche agli angeli del cielo e neppure il FIGLIO, ma solo il PADRE.

Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta

del FIGLIO dell’Uomo.

Infatti, come nei giorni che precedettero il

diluvio mangiavano e bevevano, prendevano

moglie e marito, fino a quando

Noè entrò nell’arca,

e non si accorsero di nulla finchè venne il diluvio e inghiotti tutti, così sarà anche alla venuta

del FIGLIO dell’Uomo.

Allora due uomini saranno nel campo:

uno sarà preso e l’altro lasciato.

Due donne macineranno alla mola: una sarà

presa e l’alta lasciata.

Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il SIGNORE vostro verrà.

Questo considerate: se il padrone di casa

sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa.

Perciò anche voi state pronti, perché

nell’ora che non immaginate,

il FIGLIO dell’Uomo verrà.

Parabola del maggiordomo

Lc 12,42-46

24,45

Qual è dunque il servo fidato e prudente che

il padrone ha preposto ai suoi domestici con l’incarico di dar loro il cibo al tempo dovuto?

Beato quel servo che il padrone al suo ritorno

troverà ad agire così!

In verità vi dico: gli affiderà l’amministrazione di tutti i suoi beni.

Ma se questo servo malvagio dicesse in cuor suo: Il mio padrone tarda a venire,

e cominciasse a percuotere i suoi compagni

e a bere e a mangiare con gli ubriaconi,

arriverà il padrone quando il servo non se

l’aspetta e nell’ora che non sa,

lo punirà con rigore e gli infliggerà la sorte che gli ipocriti si meritano:

e là sarà pianto e stridore di denti.

MATTEO

Parabola delle dieci vergini

25,1

Il regno dei cieli è simile a dieci

vergini, che prese le loro lampade,

uscirono incontro allo sposo.

Cinque di esse erano stolte e cinque

Sagge;

le stolte presero le lampade, ma non

presero con sé l’olio;

Le sagge invece, insieme alle lampade, presero

anche dell’olio in piccoli vasi.

Poiché lo poso tardava, si assopirono

tutte e dormirono.

A mezzanotte si levò un grido:

Ecco lo sposo, andategli incontro!

Allora tutte quelle vergini si destarono

e prepararono le loro lampade.

E le stolte dissero alle sagge:

Dateci del vostro olio,

perché le nostre lampade si spengono.

Ma le sagge risposero:

No, che non abbia a mancare per noi e

per voi; andate piuttosto dai rivenditori e

compratevene.

Ora, mentre quelle andavano per comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte

entrarono con lui alle nozze,

e la porta fu chiusa.

Più tardi arrivarono anche

le altre vergini e incominciarono a dire:

Signore, signore, aprici!

Ma egli rispose:

In verità vi dico: non vi conosco.

Vegliate dunque, perché non sapete

né il giorno né l’ora.

 

MATTHEW

 

 

 

35 Heaven and earth will pass away, but my words will not pass away.

36 21 "But of that day and hour no one knows, neither the angels of heaven, nor the Son, 22 but the Father alone.

37 23 For as it was in the days of Noah, so it will be at the coming of the Son of Man.

38 In (those) days before the flood, they were eating and drinking, marrying and giving in marriage, up to the day that Noah entered the ark.

39 They did not know until the flood came and carried them all away. So will it be (also) at the coming of the Son of Man.

40 24 Two men will be out in the field; one will be taken, and one will be left.

41 Two women will be grinding at the mill; one will be taken, and one will be left.

42 25 Therefore, stay awake! For you do not know on which day your Lord will come.

43 Be sure of this: if the master of the house had known the hour of night when the thief was coming, he would have stayed awake and not let his house be broken into.

44 So too, you also must be prepared, for at an hour you do not expect, the Son of Man will come.

 

 

45 26 27 "Who, then, is the faithful and prudent servant, whom the master has put in charge of his household to distribute to them their food at the proper time?

46 Blessed is that servant whom his master on his arrival finds doing so.

47 Amen, I say to you, he will put him in charge of all his property.

48 28 But if that wicked servant says to himself, 'My master is long delayed,'

49 and begins to beat his fellow servants, and eat and drink with drunkards,

50 the servant's master will come on an unexpected day and at an unknown hour

51 and will punish him severely 29 and assign him a place with the hypocrites, where there will be wailing and grinding of teeth.

 

 

Chapter 25

1 1 "Then 2 the kingdom of heaven will be like ten virgins who took their lamps and went out to meet the bridegroom.

2 3 Five of them were foolish and five were wise.

3 The foolish ones, when taking their lamps, brought no oil with them,

4 but the wise brought flasks of oil with their lamps.

5 Since the bridegroom was long delayed, they all became drowsy and fell asleep.

6 At midnight, there was a cry, 'Behold, the bridegroom! Come out to meet him!'

7 Then all those virgins got up and trimmed their lamps.

8 The foolish ones said to the wise, 'Give us some of your oil, for our lamps are going out.'

9 But the wise ones replied, 'No, for there may not be enough for us and you. Go instead to the merchants and buy some for yourselves.'

10 While they went off to buy it, the bridegroom came and those who were ready went into the wedding feast with him. Then the door was locked.

11 4 Afterwards the other virgins came and said, 'Lord, Lord, open the door for us!'

12 But he said in reply, 'Amen, I say to you, I do not know you.'

13 Therefore, stay awake, 5 for you know neither the day nor the hour.

 

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Nuevo Testamento

MATEO

LOS EVANGELIOS Mt

MATTEO

Nessuno conosce il giorno

e l’ora; state pronti

Mc 13,32; Lc 17,26-27;34-35; 12,39-40

24,35

Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

Quando a quel giorno e a quell’ora, però, nessuno lo sa, neanche agli angeli del cielo e neppure il FIGLIO, ma solo il PADRE.

Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta

del FIGLIO dell’Uomo.

Infatti, come nei giorni che precedettero il

diluvio mangiavano e bevevano, prendevano

moglie e marito, fino a quando

Noè entrò nell’arca,

e non si accorsero di nulla finchè venne il diluvio e inghiotti tutti, così sarà anche alla venuta

del FIGLIO dell’Uomo.

Allora due uomini saranno nel campo:

uno sarà preso e l’altro lasciato.

MATTEO

Due donne macineranno alla mola: una sarà

presa e l’alta lasciata.

Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il SIGNORE vostro verrà.

Questo considerate: se il padrone di casa

sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa.

Perciò anche voi state pronti, perché

nell’ora che non immaginate,

il FIGLIO dell’Uomo verrà.

Parabola del maggiordomo

Lc 12,42-46

24,45

Qual è dunque il servo fidato e prudente che

il padrone ha preposto ai suoi domestici con l’incarico di dar loro il cibo al tempo dovuto?

Beato quel servo che il padrone al suo ritorno

troverà ad agire così!

In verità vi dico: gli affiderà l’amministrazione di tutti i suoi beni.

Ma se questo servo malvagio dicesse in cuor suo: Il mio padrone tarda a venire,

e cominciasse a percuotere i suoi compagni

e a bere e a mangiare con gli ubriaconi,

arriverà il padrone quando il servo non se

l’aspetta e nell’ora che non sa,

lo punirà con rigore e gli infliggerà la sorte che gli ipocriti si meritano:

e là sarà pianto e stridore di denti.

MATTEO

Parabola delle dieci vergini

25,1

Il regno dei cieli è simile a dieci

vergini, che prese le loro lampade,

uscirono incontro allo sposo.

Cinque di esse erano stolte e cinque

sagge;

le stolte presero le lampade, ma non

presero con sé l’olio;

Le sagge invece, insieme alle lampade, presero

anche dell’olio in piccoli vasi.

Poiché lo poso tardava, si assopirono

tutte e dormirono.

MATTEO

A mezzanotte si levò un grido:

Ecco lo sposo, andategli incontro!

Allora tutte quelle vergini si destarono

e prepararono le loro lampade.

E le stolte dissero alle sagge:

Dateci del vostro olio,

perché le nostre lampade si spengono.

Ma le sagge risposero:

No, che non abbia a mancare per noi e

per voi; andate piuttosto dai rivenditori e

compratevene.

Ora, mentre quelle andavano per comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte

entrarono con lui alle nozze,

e la porta fu chiusa.

Più tardi arrivarono anche

le altre vergini e incominciarono a dire:

Signore, signore, aprici!

Ma egli rispose:

In verità vi dico: non vi conosco.

Vegliate dunque, perché non sapete

né il giorno né l’ora.

 

MATEO

 

 

 

 

 

35 El cielo y la tierra Pasarán, pero mis palabras no Pasarán.

36 Pero acerca de aquel Día y hora, nadie sabe; ni siquiera los ángeles de los cielos, ni aun el Hijo, sino Sólo el Padre.

37 Porque como en los Días de Noé, Así Será la venida del Hijo del Hombre.

38 Pues como en aquellos Días antes del diluvio estaban comiendo y bebiendo, Casándose y Dándose en casamiento hasta el Día en que

Noé Entró en el arca,

39 y no se dieron cuenta hasta que vino el diluvio y se los Llevó a todos, Así Será también la venida del Hijo del Hombre.

40 En aquel entonces Estarán dos en el campo; el uno Será tomado, y el otro Será dejado.

 

 

41 Dos mujeres Estarán moliendo en un molino; la una Será tomada, y la otra dejada.

42 Velad, pues, porque no sabéis en qué Día viene vuestro Señor.

43 Pero sabed esto: Si el dueño de casa hubiera sabido a qué hora Habría de venir el Ladrón, Habría velado y no Habría dejado que forzaran la entrada a su casa.

44 Por tanto, estad preparados también vosotros, porque a la hora que no Pensáis, Vendrá

el Hijo del Hombre.

 

 

 

 

45 ¿Quién, pues, es el siervo fiel y prudente, a quien su señor le puso sobre los criados de su casa, para que les diera alimentos a su debido tiempo?

46 Bienaventurado Será aquel siervo a quien, cuando su señor venga, le encuentre haciéndolo Así.

47 De cierto os digo que le Pondrá sobre todos sus bienes.

48 Pero si aquel siervo malvado dice en su Corazón: "Mi señor tarda";

49 y si comienza a golpear a sus consiervos, y si come y bebe con los borrachos,

50 el señor de aquel siervo Vendrá en el Día que no espera y a la hora que no sabe,

51 y le Castigará duramente y le Asignará lugar con los Hipócritas.

Allí Habrá llanto y crujir de dientes.

Mateo 25

 

 

1 Entonces, el reino de los cielos Será semejante a diez Vírgenes que tomaron sus Lámparas

y salieron a recibir al novio.

2 Cinco de ellas eran insensatas, y cinco prudentes.

3 Cuando las insensatas tomaron sus Lámparas, no tomaron consigo aceite;

4 pero las prudentes tomaron aceite en sus vasijas, juntamente con sus Lámparas.

5 Y como tardaba el novio, todas cabecearon y se quedaron dormidas.

 

 

6 A la media noche se Oyó gritar:

"¡He Aquí el novio! ¡Salid a recibirle!"

7 Entonces, todas aquellas Vírgenes se levantaron y alistaron sus Lámparas.

8 Y las insensatas dijeron a las prudentes: "Dadnos de vuestro aceite, porque nuestras Lámparas se apagan."

9 Pero las prudentes respondieron diciendo:

"No, no sea que nos falte a nosotras y a vosotras; id, Más bien, a los vendedores y comprad para vosotras mismas."

10 Mientras ellas iban para comprar,

Llegó el novio; y las preparadas

entraron con él a la boda,

y se Cerró la puerta.

11 Después vinieron también

las otras Vírgenes diciendo:

"¡Señor, señor, ábrenos!"

12 Pero él respondiendo dijo:

"De cierto os digo que no os conozco."

13 Velad, pues, porque no sabéis

ni el Día ni la hora.

 

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